(ANSA) – ROMA, 16 SET – È sempre una difficile impresa fare il biopic di un pittore, ma la vita di Gauguin era troppo ricca per non tentare ancora (sono già ben 18 i film e docu a lui dedicati). Basti solo pensare alla sua fuga verso Tahiti, al difficile amore per la giovane ‘selvaggia’ Téhura e, infine, al suo rapporto con Van Gogh. Da qui nasce GAUGUIN di Edouard Deluc, dal 17 settembre in sala con Draka Distribution e liberamente tratto da ‘Noa Noa: The Tahiti Journal’ a firma dello stesso pittore maestro del post-Impressionismo.
    Siamo nel 1891, Gauguin (interpretato da Vincent Cassel) lascia la Francia alla ricerca di nuovi stimoli per la sua pittura a cui sta stretta la realtà europea. Dove trovare nuovi paesaggi e suggestioni che valga la pena dipingere? E ancora: dove poter vivere libero, lontano il più possibile dai codici morali, politici ed estetici della vecchia Europa? Con questa filosofia nel cuore, Gauguin si stabilisce nella giungla di Tahiti, sfidando solitudine, povertà e malattia e qui incontra Téhura, giovane del luogo che diventerà prima sua moglie e poi la musa di molti suoi capolavori.
    Chi era Gauguin? “Era una figura eccezionale alla ricerca di un sogno edonistico: liberarsi da tutte le convenzioni, morali, artistiche o politiche”, dice il regista “Al cinema, devi fonderti nel ruolo. Ho lasciato crescere la barba, ho perso peso, poiché Gauguin stava morendo di fame – così infine Cassel -. Indossavo anche denti protesici. Il suo aspetto era una miscela della mia fantasia e della realtà. Ho imparato il tahitiano. Ho inventato un’andatura per lui. L’ho costruito con i tocchi. Forse ho inventato un Gauguin un po’ più rozzo di come lo vedeva Edouard e l’ho immaginato per cominciare ad entrare nel ruolo”. (ANSA).
   

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