Otto giovani atleti e atlete trevigiani di età media di 15 anni, affetti da sindrome del “Qt lungo”, hanno potuto riprendere l’attività agonistica in sicurezza grazie a un innovativo programma di valutazione e monitoraggio clinico, attivato dal Centro Regionale di Medicina dello Sport di Treviso. Si tratta del primo risultato del genere in Italia per chi è affetto da questa rara malattia genetica del cuore, che fino a pochi anni fa obbligava all’abbandono definitivo dell’attività agonistica.
    La sindrome del Qt lungo (Lqts), di cui esistono tre forme, colpisce una persona ogni 2.000 circa ed è caratterizzata da un’alterazione del sistema elettrico del cuore che può provocare aritmie gravi, svenimenti o, nei casi più severi, morte improvvisa. La diagnosi è spesso complessa: molte persone, in particolare giovani donne, possono presentare un elettrocardiogramma normale a riposo, rendendo difficile riconoscere precocemente la malattia.
    Il gruppo di lavoro del Centro regionale della Medicina dello Sport dell’Ulss 2 ha recentemente contribuito a una scoperta innovativa, l’individuazione di un nuovo parametro elettrocardiografico, la cosiddetta “Tp-fusion”, ossia la fusione tra l’onda T e l’onda P durante l’esercizio fisico.
    Questa alterazione, identificata per la prima volta dal Centro di Treviso e successivamente confermata in collaborazione con Peter Schwartz e il suo team di Milano, è stata pubblicata su una rivista scientifica europea di cardiologia. Il Centro ha così avviato nuovi protocolli di valutazione e monitoraggio per i giovani con Lqts anche grazie alla revisione del protocollo cardiologico che in Italia detta le indicazioni alla ripresa sportiva nei giovani con patologia cardiaca. Grazie a criteri rigorosi a una sorveglianza clinica intensiva, 5 ragazze e 3 ragazzi hanno potuto riprendere a praticare sport in sicurezza, entrando in un programma di osservazione continuativa coordinato dal Centro di Treviso.
    Il progetto è stato selezionato tra le migliori ricerche scientifiche presentate al Congresso Nazionale di Cardiologia dello Sport di Carpi, ottenendo un importante riconoscimento per l’innovazione clinica e il valore umano del lavoro.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

L’articolo originale lo trovi cliccando qui