
Comprendere le prime fasi della vita con un modello tridimensionale di embrione ricavato dalle cellule staminali. È questo l’obiettivo di uno studio dei ricercatori delle Università di Padova e Torino, pubblicato oggi su Nature Cell Biology.
Un modello che riproduce le fasi di organizzazione dell’embrione al momento dell’impianto nell’utero, e in particolare il momento in cui le cellule si organizzano in uno strato ordinato con una piccola cavità interna, simile a una pallina cava, destinato poi a diventare la cavità amniotica dentro cui il feto si accrescerà nei mesi successivi della gravidanza.
Il modello di embrione permette anche di studiare un secondo evento fondamentale dello sviluppo, quando alcune cellule si differenziano e migrano per organizzare nello spazio gli organi e consentire il progredire corretto della gravidanza. Dal momento che i segnali che regolano tali processi nell’embrione umano sono sconosciuti, i ricercatori hanno utilizzato per identificarli tecniche avanzate di analisi genomiche e di editing genetico su tali modelli tridimensionali.
“Le prime fasi sono quasi impossibili da studiare direttamente negli embrioni umani – osserva Graziano Martello, del Dipartimento di biologia dell’Università di Padova -, sia per motivi etici che pratici. Noi abbiamo creato un modello 3D di embrione semplice e riproducibile in cui le cellule staminali umane ‘imitano’ due passaggi chiave dello sviluppo precoce che sono probabilmente familiari anche ai non addetti ai lavori, ossia la formazione della cavità amniotica e l’organizzazione spaziale degli organi nel corpo umano”.
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