L’Unità operativa complessa di Chirurgia vascolare dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona ha celebrato il primo decennale dalla costituzione avvenuta nel 2015. Oggi è hub regionale e cura migliaia le patologie circolatorie di pazienti di tutte le età, scongiurando l’amputazione dell’arto inferiore dovuta ad arteriopatia. Per la rivascolarizzazione periferica delle gambe non ci sono più limiti anagrafici, anche pazienti ultraottantenni che una volta non si trattavano adesso vengono operati con successo.
    L’Uoc, oltre al direttore Gian Franco Veraldi e a due dottoresse in specializzazione, conta su un’équipe di sette chirurghi che annualmente viene inviata a Parigi, in Inghilterra e negli Stati Uniti per aggiornamenti. Vengono effettuati circa mille interventi l’anno, di cui 150 sull’aorta, 150 alle carotidi, 200 rivascolarizzazioni periferiche, 100 fistole per dialisi, 250 trattamenti flebologici, 150 per traumi vascolari e aneurismi viscerali. Il 30% degli interventi è condotto in condizioni di urgenza e, in media, il 40% degli interventi sono in chirurgia tradizionale open e il 60% in modalità endovascolare mininvasiva.
    A Verona per curare le malattie più gravi si usano protesi e stent di ultima generazione. Si tratta di dispositivi sanitari automodellanti, che richiedono una minuziosa specializzazione chirurgica per il loro utilizzo, ma che riducono significativamente la durata dell’intervento con netto beneficio clinico per i pazienti, specialmente i più anziani. Il costo di ogni dispositivo varia da 10mila a 40mila euro.
    Per fare il punto sulle attività del reparto, si è appena concluso in Camera di Commercio il “Vascular symposium Verona”, due giorni di interventi a cui hanno partecipato gli specialisti dei maggiori ospedali nazionali e internazionali. “Questa crescita clinica – dichiara Veraldi – non sarebbe stata possibile se non avessimo avuto il sostegno decisionale ed economico della Direzione Generale Aoui e dell’Università, che hanno investito sull’innovazione e ancora continuano a investire su dispositivi di ultima generazione, a totale ed esclusivo beneficio dei malati”.
   

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