
“Chiediamo che si tenga conto delle nostre testimonianze e richieste: dal superamento del decreto Caivano, alla prevenzione ed educazione dei giovani, alla riabilitazione. Riabilitazione che deve comunque accompagnarsi ad una giusta pena”. Sono le richieste dei genitori dei quattro ragazzi aggrediti il 6 dicembre a Porta San Tomaso, a Treviso, che ieri sera, 20 dicembre, hanno promosso, nella stessa zona, un flash mob non violento contro la violenza giovanile. Presente anche la famiglia del ragazzo di Castelfranco Veneto, aggredito a Roma sempre nella notte tra il 6 ed il 7 dicembre scorso, istituzioni e forze politiche. Il sindaco di Treviso Mario Conte e la consigliera Regionale con Delega alle Politiche Giovanili Morena Martini hanno portato i saluti del presidente della Regione Veneto Alberto Stefani.
“Chiediamo che Pm e Gip che avranno in carico l’indagine per l’aggressione ai nostri figli, applichino misure restrittive maggiori rispetto a quanto adottato, che sappiamo essere il massimo possibile, da parte del Questore. Invitiamo cittadini e famiglie, noi per primi, a fare la propria parte come prima agenzia educativa, in un’ottica di responsabilità condivisa, con le scuole e le altre Istituzioni, per superare e sconfiggere il disagio sociale che si sta manifestando in ogni città del nostro Paese” hanno sottolineato. La serata si è aperta portando anche la solidarietà delle famiglie al ragazzo ventiseienne aggredito nel sottopasso della Stazione ferroviaria nei giorni scorsi, e al direttore responsabile di Antenna 3 Luigi Bacialli, aggredito in via Cornarotta giovedì mattina.
“Crediamo che la proposta di legge partita dai sindaci veneti sia un passo importante che tiene realmente conto dei territori” hanno affermato.
Tra gli argomenti toccati la richiesta di intervenire con urgenza in Parlamento per consentire misure restrittive superiori al Daspo Willy, misura applicata in giornata agli aggressori dal Questore di Treviso (assieme al foglio di via per il maggiorenne ed all’ammonimento), maggiore certezza della pena e un piano a lungo termine per l’incremento delle risorse destinate alla rieducazione e reintroduzione dei minori violenti in società.
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