L’apicoltura veneta si conferma un settore dinamico e in crescita. Positivo il bilancio del settore per il 2025, come certificano i dati che sono stati presentati oggi in occasione della Festa degli Apicoltori a Spresiano organizzata da APAT-Apicoltori in Veneto, associazione che riunisce 1.420 apicoltori con 28.500 alveari.
    Nell’ultimo anno l’apicoltura della regione ha visto una ripresa in termini di produzione di miele, grazie a un clima più stabile che ha favorito buona parte delle fioriture, consentendo un incremento della produzione degli alveari rispetto alle sofferenze registrate nei cinque anni precedenti, che hanno costretto gli apicoltori a ricorrere in maniera massiccia alla nutrizione di emergenza, un prodotto zuccherino, estremamente costoso e indispensabile per garantire il benessere degli alveari e delle colonie di api, sia nei momenti in cui scarseggiano i fiori, sia quando le piogge persistenti impediscono l’uscita delle api per la raccolta del nettare. “Il quadro complessivo – rileva Stefano Dal Colle, presidente Apat Apicoltori Veneto – mostra una stagione di miglioramento nel territorio veneto. In particolare, il miele di acacia, ha registrato un andamento positivo nelle province di Padova, Treviso e Vicenza, grazie a una fioritura favorita dal clima. In crescita anche il castagno, con incrementi fino al 10% in alcune aree. Sono rimaste sostanzialmente stabili le produzioni di tiglio e millefiori. Mentre si è osservato un netto calo del tarassaco (meno 60% in zone come i Colli Euganei), penalizzato da piogge persistenti. In ripresa anche alcune produzioni di melate (che non derivano dal nettare dei fiori bensì da una sostanza zuccherina prodotta da alcuni insetti sugli alberi).
    Seppur con delle criticità legate alla forte pressione delle importazioni di miele a basso prezzo che danneggiano il nostro settore, così come le oscillazioni climatiche, il 2025 è stato un anno di ripresa”.
    Le api garantiscono il 75% delle colture agrarie e il 90% delle piante da fiore, con un valore stimato di 1.200 euro per alveare. Un patrimonio fondamentale anche a livello nazionale, dove si contano 77.000 apicoltori, 1,57 milioni di alveari e 60 diverse tipologie di miele, un primato mondiale. Il Veneto si conferma prima regione italiana per numero di apicoltori con 10.000 operatori, 100.000 alveari e 1.000 tonnellate di miele prodotte.
   

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